Con gli impianti del Presena, dallo snowfarming, alla grande guerra, dal wellness in alta quota ai concerti nel teatro igloo, quando il ghiacciaio è un libro aperto di meraviglie

– Alla fine dell’estate è un campo di ricordi ed attesa per l’inverno che arriverà. Sarà nevoso e freddo, sarà giusto, sarà pazzo ed imprevedibile? Il ghiacciaio non dimentica e registra, nei perenni annali dei suoi strati, ogni momento dello scorrere delle stagioni. “Oggi i cambiamenti climatici preoccupano e l’uomo ne sta prendendo coscienza, per questo l’ecosistema del ghiacciaio è uno degli ambienti più interessanti da cui partire per comprendere il cambiamento in atto sui nostri monti”, spiegano da Anef. Sulle Alpi il ghiacciaio del Presena, “rampa di lancio” verso il gruppo dell’Adamello – Presanella e Mandrone, il più vasto ghiacciaio italiano, è da sempre come un libro aperto, dove leggere e ripassare molti capitoli di storia dell’uomo e del suo approccio alle cime.

 

Ghiacciaio Presena (Ph. Caspar Diederik Storytraveler  – Tutti i diritti riservati))

 

IL RUOLO DIDATTICO DI UN IMPIANTO

“Gli impianti che si spingono fino 3 mila metri sono, non solo, un passaggio per quell’attività, quella escursione, quella sciata o quella passeggiata in più, ma divengono strumento essenziale per comprendere il territorio e, se possibile, imparare le buone pratiche per il rispetto di un ambiente così delicato, ricco e fragile”, spiegano da Anef. Storia, geografia, geologia, oltre che sport ed anche musica, cultura e wellness: un viaggio dal passo del Tonale al ghiacciaio del Presena è una delle esperienze più complete che si possano effettuare in alta quota, adatto anche a chi non abbia gambe e competenze per spingersi da solo a dar del tu alla dimensione dei ghiacci (quasi) eterni.

UN PLAYGROUND DI POSSIBILITA’

Il Presena è un vero playground di possibilità, aperto 10 mesi l’anno grazie a tre tronconi di ovovia moderna, tenace e studiata per offrire varie possibilità di conoscenza, oltre che di divertissement.  Qui si tornerà a sciare dall’autunno fino a giugno e in stagione piena l’esperienza di sciare sul ghiacciaio è un completamento ideale all’ampio comprensorio che da Temù si collega a Ponte di Legno e al passo del Tonale. Dopo la lunga estate calda, l’autunno, fino a tutto settembre (fino al 22 si arriva a passo Presena, quota 3mila; fino al 29 ci si ferma ai 2500 metri di passo Paradiso), è però una vera “mezza stagione”, ideale per comprendere a passo d’uomo e senza la fretta di slalom e serpentine, la complessità e la maestosità di questo ambiente.

LO SNOWFARMING E IL SONNO DEL GHIACCIAIO

Prendi i teli geotessili: il Presena è stato uno dei primi ghiacciai europei, l’unico italiano a intravedere, fin dai primi anni Duemila, nello snow farming, l’elisir del proprio futuro. In primavera il ghiacciaio finisce “sotto coperta”, per liberarsi di questa coltre proprio in settembre con la buona novella che questo letargo protetto preserva e custodisce ogni anno 1 metro e mezzo di ghiaccio che viene salvato da scioglimento sicuro.

UN PAPA, IL WELLNESS E OTTO SUITE

Assistere a questa procedura è affascinante e la stagione permette ancora di effettuare, con l’ausilio degli impianti, molte escursioni. Si può arrivare allo sky bar del Panorama 3mila da dove lo sguardo abbraccia anche Adamello, Lobbie e Pian di Neve, e dove l’orizzonte del cielo si confonde con quello dei ghiacci eterni, tanto amato anche da papa Giovanni Paolo II. Oppure ci si ferma a capanna Presena per crogiolarsi al sole e fra le bollicine del suo centro wellness, fra i più altri delle Alpi, o magari pernottare in una delle sue 8 suite alpine chic. Per chi voglia proseguire anche a piedi, l’impianto da una mano, ma poi servono fiato e memoria per incamerare tanta bellezza.

LA STORIA, LA GUERRA E I FIORI DI UN SENTIERO

Da passo Presena parte, per esempio, il sentiero che porta al passo di Lago Scuro, dove si trova un villaggio militare della grande guerra, con una chiesetta ed una baracca recentemente ristrutturate e adibite a museo: fin qui si arriva facilmente. Di qui si apre un mondo affascinante e doloroso che ricorda l’epopea degli alpini che durante il primo conflitto mondiale vissero qui le loro ore bianche di attesa, sofferenza, gelo e solitudine. Questo è l’inizio del famoso Sentiero dei fiori, così ribattezzato con poesia e speranza. Oggi è una delle più affascinanti vie ferrate dell’arco alpino, con le sue passerelle aeree sospese nel vuoto, ma ripercorre proprio i camminamenti e il filo di cresta e trincee dei soldati italiani impiegati come avanguardia contro il fronte austro ungarico. Meglio affidarsi ad una guida per percorrerlo, prevendendo anche una notte in rifugio per amplificare l’emozione.

 

LA GALLERIA DEI SOLDATI

Per chi abbia meno tempo, però, la storia della guerra bianca sa raccontare anche a più bassa quota le ore difficili dei tanti soldati di questo bianco fronte. Il primo troncone della cabinovia che porta dal passo del Tonale a passo Paradiso, a 2.500 metri di quota, permette di raggiungere, in pochi minuti (50 metri dall’impianto) di cammino adatto a tutti, una galleria multimediale dove, nel percorso “Suoni e voci della guerra Bianca”, sono conservati numerosi oggetti e cimeli di chi scavò, visse ed attese la sua sorte fra le viscere di questo granito che serviva come precario ricovero e riparo dall’assedio di gelo e del nemico. All’esterno, nella zona circostante, è inoltre possibile visitare un percorso escursionistico didattico alla scoperta dell’area fortificata dei Monticelli, cardine del sistema austriaco di difesa del Tonale.

A completare l’allestimento della galleria “Paradiso”, che si apre sull’omonimo passo, un’installazione sonora fonde in una suggestiva trama musicale i suoni e le voci della guerra.

ICE MUSIC

La musica, nel frattempo e per fortuna, sul ghiacciaio è cambiata: il Presena, infatti, dallo scorso anno ospita un altro unicum per un ghiacciaio italiano. Tornerà anche quest’anno, in alta stagione, in pieno inverno, appena le temperature lo consentiranno, la suggestiva esperienza di Ice Music, il teatro scavato nel ghiaccio dall’artista americano Tim Linhart che, oltre a cavea e platea ha scolpito anche un’intera orchestra di strumenti in ghiaccio, da violini, a percussioni e violoncelli. Una serie di concerti in quota accompagnerà il clou della stagione sciistica, da dicembre a marzo. E così, perché no, con un’ovovia oggi si può anche andare a teatro!

Tutte le info su www.pontedilegnotonale.com

 

Lucia Galli

 

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