Dolomiti accessibili – L’impresa di Valentina Tomirotti “Pepitosa”

MILANO – Accessibilità, sostenibilità, eguaglianza di opportunità, servizio pubblico. Quando un impianto di risalita è in grado di accompagnare il visitatore nel viaggio, ben oltre una discesa con gli sci o una passeggiata fra i monti, allora la sua missione di servizio non solo di arroccamento, ma anche di pubblico trasporto, può dirsi davvero compiuta. E completamente utile e remunerativa. E’ questo il senso e lo spirito con cui gli impiantisti di ANEF affrontano le nuove sfide della modernità che, in montagna, si traducono in un giusto mix fra tecnologia e tutela dell’ambiente e sempre maggior accessibilità verso un’apertura totale a tutti i viaggiatori. Questa estate fra Passo Falzarego e cima Lagazuoi, a quota 2778 metri, si è celebrato un piccolo passo avanti per l’uomo e per tutta l’umanità che ama i monti e ne rispetta l’ambiente. Una piccola grande donna ha saputo far prendere consapevolezza a tutti di quanto un impianto ben organizzato possa aiutare nel superamento di barriere un tempo insormontabili, dando uguale possibilità anche ai portatori di handicap nell’inseguimento quotidiano di un’emozione e di un orizzonte nuovo.

Lei è Valentina Tomirotti, giornalista, digital storyteller e blogger, in arte “Pepitosa”. E’ partita da Mantova, a soli 19 metri sul livello del mare, per dimostrare che sarebbe bastata a se stessa per arrivare, in completa autonomia e sintonia con gli impianti di risalita, a dar del tu alle crode dolomitiche. Tenacia di ferro, sorriso dolce sempre spianato verso le avversità e due “destrieri” un po’ speciali che, insieme alla funivia del Lagazuoi, l’hanno condotta in tempo record “a palazzo” e al sole delle Dolomiti. Prima un’auto hi tech che Tomirotti guida in autonomia da un anno; poi la sua carrozzina attrezzata verso il sogno e un’impresa che oggi non è più per pochi, ma fortunatamente per tutti. L’impianto del Lagazuoi che, con un balzo di soli 3 minuti, permette di salire di 600 metri di quota, infatti, è stato rimodernato ed aggiornato per abbattere ogni tipo di barriera architettonica nell’intero complesso. Gli edifici del passo, così come della stazione a monte, permettono una completa fruizione anche a chi si muove in carrozzella. Via i dislivelli, bagni attrezzati, percorso museale accessibile e non solo: anche il sentiero che raggiunge il rifugio Lagazuoi e quello che procede oltre, fino alla croce della cima, sono stati preparati con una superficie naturale, ma uniforme, in grado di accompagnare agevolmente in cima – ha una pendenza de 10% – anche le quattro ruote di carrozzine e carrozzelle. “Così – spiega Tomirotti – potrò visitare il mondo, incontrare persone, affrontare esperienze differenti e raccontare queste scoperte strada facendo, anche grazie all’integrazione con altri mezzi di trasporto come le funivie accessibili come quella del Lagazuoi”.

E così, dopo aver realizzato l’obiettivo di raccontare la sua storia in un libro – “Un altro (d)anno” (Mondadori Electa) – Pepitosa ha già un altro sogno in cantiere: viaggiare e realizzare delle guide che promuovano il turismo accessibile ed inclusivo. A partire dalle nostre funivie dai nostri monti.

 

Lucia Galli

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