La sfida del turismo bianco si vince solo facendo sistema

Modena, alla fiera Skipass le località montane si confrontano sul futuro della neve

Basta campanilismi, orticelli e miopi rivalità di valle. La montagna deve tornare a essere svago ed emozione per tutti, non solo per gli sciatori. E per riuscirci deve fare sistema, investendo su qualità, varietà dei servizi e dell’offerta. Solo uniti si può vincere la sfida del turismo 2.0. Questo, in sintesi, il messaggio che gli operatori alpini hanno inviato da Skipass, la fiera sul turismo bianco in svolgimento a Modena. L’occasione è stata #VisionSkipass, un momento d’incontro e riflessione tra gli«stati generali» del sistema neve: albergatori, impiantisti, direttori di consorzi e caroselli sciistici, politici e anche il nostro giornale, rappresentato dal vicedirettore Luca Ubaldeschi.
Previsioni ottimistiche

Il punto di partenza sono gli ottimistici dati previsionali (quasi +8% di presenze, +7.3% di fatturato) elaborati da Skipass Panorama Turismo/Jfc, l’osservatorio montano che ogni autunno anticipa numeri e tendenze dell’inverno che verrà. Stime ambiziose dopo anni di flessione, ma certamente incoraggianti per un settore che nel suo complesso fattura oltre 10 miliardi di euro, l’11.5% del mercato turistico nazionale.

«Il turismo dev’essere riportato al centro delle priorità del governo e della politica – ha esordito la parlamentare europea Isabella De Monte, componente della commissione trasporti e turismo –. Purtroppo è sempre stato un po’ maltrattato a livello europeo ma proprio qualche giorno fa è stato approvato un rapporto sul turismo che segna un’importante inversione di tendenza. La concorrenza dei mercati asiatici è sempre più forte: è indispensabile fare fronte comune tra tutti gli operatori in modo che non ci siano tanti “turismi” in competizione ma solo un obiettivo comune. Per far ciò è necessario investire su rete e infrastrutture, il punto di partenza per gli stranieri che vengono in vacanza in Italia».

Investimenti: una parola chiave al dibattito #VisionSkipass. Lo sa bene Valeria Ghezzi, presidente nazionale degli impiantisti a fune: «La montagna è una filiera in cui devono funzionare tutte le componenti. Il turismo è un’industria, ma anche l’industria che c’è dietro la montagna è importante. Solo nell’ultimo anno le società impianti hanno speso circa 150 milioni di euro per la costruzione e l’ammodernamento di funivie e seggiovie, oltre alla nuova SkyWay di Courmayeur, costata da sola 130 milioni».

In quest’ottica è cruciale il prolungamento della «vita tecnica» degli impianti: «Oggi arriva a 40 anni, dopo di che per legge devono essere smantellati. Una norma resa obsoleta dai progressi tecnologici in materia di sicurezza».
Investimenti in servizi e infrastrutture ma anche in esperienze sempre diverse, l’ingrediente principale di una vacanza sulla neve. Perché la montagna è sport, certo, ma è anche molto altro: relax, gusto, divertimento. Il popolo dei nuovi turisti gaudenti non sciatori cresce sempre più: ormai supera il milione di persone, che si traduce in 330 milioni di euro di fatturato extra. Una domanda che va recepita e soddisfatta.

Proprio questo hanno sottolineato i rappresentanti di Cortina, Courmayeur e Alta Badia, tre fra le località alpine preferite per via de loro dna vivo e dinamico. «In Alta Badia già da anni puntiamo sulla gastronomia – ha detto il direttore del consorzio turistico, Roberto Huber –. Lo sport, da solo, non è più sufficiente ad attirare clientela. Abbiamo ristoranti stellati, organizziamo eventi legati al gusto persino sulle piste».

All’estero

Eh sì, perché «la montagna è per tutti, non solo per gli sciatori – gli ha fatto eco il sindaco di Courmayeur, Fabrizia Derriard –. Se si vogliono far conoscere le nostre terre alte all’estero bisogna cambiare approccio: non solo vacanze sulla neve ma emozioni tagliate su misura».
La realizzazione della nuova funivia sul Monte Bianco va anche in questa direzione: promuovere il made in Italy in mercati stranieri dove magari non sanno neppure che in Italia ci sono le montagne più alte d’Europa e più belle del mondo.
L’ha ricordato anche Gherardo Manaigo, il presidente degli albergatori di Cortina, che è incorniciata dalle Dolomiti patrimonio dell’umanità: «Può sembrare strano ma non tutti oltreoceano conoscono i nostri gioielli alpini. In qualche Paese esotico le Alpi sono ancora confuse con la Svizzera. Ecco perché, oltre a potenziare infrastrutture e servizi, è fondamentale promuoversi all’estero».

Un concetto – quello dell’investire anche sugli altri mercati – condiviso un po’ da tutti. Anche da Gerhard Vanzi, direttore marketing del comprensorio Dolomiti Superski, 1200 km di piste fra Trentino-Alto Adige e Veneto. «Per noi il mercato estero è strategico. Ormai rappresenta la metà dei nostri sciatori, anche se l’inverno scorso sono tornati a crescere gli italiani: un segnale positivo. La nostra politica è quella di investire sempre più in qualità e sicurezza, ma soprattutto nella varietà dei servizi per soddisfare tutte le esigenze. La sfida dev’essere quella di rendere la montagna sempre più trendy e attraente. Sexy, oserei dire».

Link all’articolo: http://www.lastampa.it/2015/11/01/societa/montagna/speciali/skipass2015/la-sfida-del-turismo-bianco-si-vince-solo-facendo-sistema-nEsXw76ZwbHz0YnxY1yK5K/pagina.html

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