Quando la “funivia” porta anche al mare o in città: dall’Elba ad Anacapri o al colle Eletto di Gubbio, ecco gli impianti urbani per andare alla scoperta di arte e cultura comodamente seduti in seggiovia

Non solo monti, ma anche mare e città. Non solo neve e sci, ma anche cultura, devozione, esplorazione: le funivie d’Italia non accompagnano solo verso le ore alpine dello sport e del divertimento, ma anche verso ore liete alla scoperta di luoghi magici, impervi ed altrimenti irraggiungibili. Fra gli associati Anef ci sono, infatti, anche funivie urbane e mediterranee che funzionano come mezzi di trasporto e veicolo culturale e turistico.

 

IL COLLE ELETTO DI GUBBIO

Gubbio, nel cuor dell’Umbria, non sarebbe Gubbio senza l’ovovia di colle Eletto che, in 6 minuti di viaggio en plein air, conduce, dal colle del borgo agli 802 metri della basilica di Sant’Ubaldo. Qui si conservano le memorie del patrono della città e i Tre ceri che, oltre ad Ubaldo, ricordano san Giorgio e sant’Antonio abate e, fin dal 1160, sono al centro di una delle più antiche cerimonie religiose del Belpaese. La funivia fu aperta alla fine del 1960 per facilitare il culto sul monte Ingino. Quella che sembrava un’utopia si trasformò in una vera impresa collettiva. Oggi si parlerebbe di crowdfunding: le adesioni dei privati furono più di 200, a dimostrazione dello spirito creativo e aggregante del popolo eugubino, sempre attento a dimostrare l’amore per la propria città. Da allora la storia non è cambiata, ma si è “aggiornata” con un impianto che, ancora oggi, inverno compreso, accompagna turisti e cittadini nella scoperta del territorio. www.funiviagubbio.it

 

 

IL MONTE CAPANNE DELL’ISOLA D’ELBA

Fra gli associati è una delle principali “isolane”. Anche la sua storia ha radici negli anni Sessanta. La cabinovia che da Marciana Marina conduce a monte Capanne è un prodigio – con le sue aeree livree gialle – che permette di volare, con cuore e sguardo, sul mare dell’Elba, passando in rassegna la costa occidentale e magari intravedere anche la Corsica o Capraia, nei giorni di sereno. L’arrivo è a quasi mille metri di quota. Da Pozzatello a Torretta bastano 18 minuti divenuti ancora “più tecnologici” dopo il restauro del 2005. I visitatori amano farsi dare un passaggio da questo impianto per poi conquistare a piedi la cima del monte, lungo un facile sentiero e quindi ridiscendere a valle, attraverso un sentiero che solca un bosco di faggi, castagni e carpini e riserva un’ulteriore sorpresa. A metà discesa si incontra, infatti, il suggestivo romitorio di san Cerbone, che ricorda, oggi con forme cinquecentesche, l’eremitaggio del vescovo di Populonia, costretto a riparare sull’isola dopo le varie ondate di invasioni barbariche del secolo VI d.C.    www.cabinovia-isoladelba.it

         

 

IL MONTE SOLARO DI ANACAPRI

Dici Capri e pensi alla sua piazzetta o ai suoi faraglioni. Eppure anche questo paradiso mediterraneo si fa più alla portata di tutti grazie alla grintosa seggiovia monoposto di Anacapri che, da questa “acropoli” dell’isola, conduce ancora più in su, alla cima del monte Solaro. Durante il breve viaggio – sono 13 minuti di full immersion nella bellezza – sotto lo sguardo (ed i piedi) del viaggiatore si squaderna il golfo di Napoli in tutta la sua grandiosità. Il Vesuvio, Ischia, Salerno ed, in primo piano, la piana di Anacapri. La cima è il vero picco di Capri: a strapiombo su Marina Piccola, da lassù i faraglioni splendono nel grande blu del Mediterraneo. Ma non è solo all’ingiù che si deve guardare. Anche questo impianto ha la sua ragione “votiva” ed accompagna il visitatore ad un suggestivo eremo quattrocentesco: è quello di santa Maria di Cetrella. Già il nome è un mistero: potrebbe derivare dalla tipica pianta caprese di cedronella o forse da un più antico luogo di culto dedicato a Venere citerea che nacque sull’isola greca di Citera, da acque altrettanto limpide per un gemellaggio di bellezza e magia. www.capriseggiovia.it

       

Lucia Galli

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