Skyway, la funivia che non dorme mai aspetta il giro d’Italia fra cibo wild, golosità valdostane e un nuovo museo

 

Courmayeur (Valle d’Aosta) – Funivia “aperta per meraviglie”, la Skyway Monte Bianco non è solo il punto più basso del cielo, come recita il nuovo slogan che accompagna, in due tappe d’emozione, da Pontal di Courmayeur ai 3462 metri di Punta Helbronner. Non è nemmeno più solo la grande porta che apre al freeride primaverile della Valle Blanche e dei molti itinerari off piste che il mondo ci invidia.

(Foto di Giuseppe Geppo Di Mauro – Tutti i diritti riservati)

Il 25 maggio, per esempio, non serviranno nemmeno gli sci per stupirsi e la distanza fra terra e cielo si colmerà una volta di più, questa volta su due ruote, con l’arrivo della quattordicesima tappa del Giro d’Italia 2019, prevista alla partenza dell’avveniristica cabina rotante di Skyway.

L’impianto, dallo scorso dicembre, sta scandendo questo conto alla rovescia sportivo con una livrea tutta rosa. La tappa parte da Saint Vincent e sarà fra le più intense, con 4mila metri di dislivello positivo e 131km tutti d’alta quota. La giornata sarà speciale per chi vorrà passare dalle due ruote alla magia di una corsa in funivia. La tappa del Giro sarà festeggiata per tre giorni in paese, alla presenza di tanti campioni, come Felice Gimondi, e di una pedalata in costume storico in arrivo da Milano.Poi però lo sguardo torna a cercare l’alto e le vette.

Skyway è ormai un piccolo borgo di montagna che non dorme mai. Perché non c’è un minuto da perdere per salire ad ammirare una delle meraviglie delle nostre Alpi, il Monte Bianco, col suo massiccio di guglie e punte che bucano il cielo a quota 4mila ed incorniciano il Colle ed il Dente del Gigante. Salire in funivia, per una volta, non significa solo prendere una scorciatoia per la meta. Perché lassù, a contare, sono il viaggio e l’esperienza. Il nuovo impianto, inaugurato nel 2015, ha, infatti, ridisegnato la salita in alta quota. Qui ci si può perdere non solo guardando verso l’infinito che sta oltre le grandi vetrate, ma anche fra le mille attività che le due stazioni della funivia propongono. Al Pavillon du Mont Frety, la prima tappa fa già la storia.

E da quest’anno c’è un capitolo in più: nei vecchi locali dell’impianto rimodellati ad hoc, ha aperto Hangar 2173, un nuovo spazio espositivo dove conoscere i primi 70 anni di storia che hanno traghettato questo avveniristico impianto fino al terzo millennio. Qui riposano le vecchie cabine, qui gli antichi cavi hanno preso nuova vita diventando installazioni. Grandi pannelli portano la testimonianza di personaggi del calibro dell’alpinista Hervé Barmasse e dell’astronauta Samantha Cristoforetti e perfino un foulard d’artista ricorda le fasi costruttive di quello che, fra le due guerre, pareva un sogno un poco folle, firmato dal visionario conte biellese Dino Lora Totino. Il suo progetto, col cantiere che aprì negli anni Quaranta, ha il merito di aver ridisegnato l’approccio alle Alpi in modo più ecumenico, permettendo a tutti – e non solo agli alpinisti e ai “dottori” della montagna – di poter salire a contemplare una buona fetta di Quattromila delle Alpi.

(Foto Piero Cruciatti / LaPresse – Tutti i diritti riservati)

L’alta quota, si sa, invoglia l’appetito e così oggi Skyway è anche un menù di tante possibilità, tutte à la carte: alla stazione intermedia di Pavillon la tradizione della vallée si gusta al nuovissimo buffet che porta la firma di uno chef stellato figlio di questi monti: Agostino Buillas ha trasferito, dal Café Quinson di Morgex alle pendici del Bianco, le sue deliziose intuizioni gastronomiche per una pausa fatta di sapori autentici e materie prime di qualità ispirate al territorio. E’, poi, arrivato, da Milano e dalla pianura, anche il brand Wood*ing con la sua filosofia alimentare: si tratta del primo food lab al mondo che lavora cibo “wild”. I piatti sono preparati solo con ingredienti dell’ecosistema locale, garantendo così un impatto ambientale quasi nullo. www.montebianco.com/it

 

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