Lusso, high tech e sostenibilità: i nuovi rifugi di montagna

Ogni rivoluzione che si rispetti passa attraverso il linguaggio. E così molti rifugi
di montagna
perdono l’aggettivo “spartano” e si arricchiscono di riferimenti al design
e al mondo del lusso: mountain lodge, charme alpino, arredi minimal, hight tech, spa
e stelle Michelin che rivaleggiano con quelle che splendono nelle notti alpine.

È una tendenza che amplia la proposta turistica, strizzando l’occhio a un pubblico amante
del confort
almeno quanto delle cime. I “puristi” della montagna non abbiano timore,
non c’è contraddizione tra strutture a 5 stelle e rifugi d’antan: ognuno in fondo sceglie
il suo stile, sapendo che l’innovazione, in questo campo, non è mai solo rivolta al glamour,
ma anche all’adozione di criteri di sostenibilità più rigorosi di quelli di un tempo.
I rifugi di lusso seguono lo stesso sviluppo delle funivie ultra-tech di ultima generazione:
favoriscono soluzioni più ecologiche e meno d’impatto.

In un’immaginaria passerella tra strutture di charme in alta montagna, ecco alcune perle:
tra le vette di Sölden, sulle Alpi austriache, il nuovo IceQ apre le porte del suo ristorante
gourmet ed ecosostenibile a 3.048 metri d’altezza. Siamo sul set di Spectre, il film su James
Bond con Daniel Craig, e a gennaio qui sarà inaugurato uno spazio di 1.300 mq che racconterà,
attraverso installazioni e memorabilia, il mondo della spia britannica.

In Val di Sole, a 3000 metri di altezza, è stato inaugurato Panorama 3000 Glacier,
rifugio di design interamente in acciaio e vetro, che permette di ammirare dall’interno
il paesaggio circostante, godendo di un panorama mozzafiato sul più vasto ghiacciaio
delle Alpi italiane. Siamo all’arrivo della cabinovia che parte dal Passo Paradiso – nomen
omen – e che arriva al Passo Presena in soli 7 minuti, naturalmente trascorsi con il naso
incollato al vetro per meravigliarsi davanti al paesaggio.

Un altro gioiello architettonico è nella Valle dell’Alpe, nel cuore del Parco Nazionale
dello Stelvio. Il Sunny Valley è stato costruito a 2.775 metri da squadre di carpentieri
e artigiani valtellinesi e Sami, popolazione originaria della Finlandia. Il motivo è legato
al Kelo, un abete polare tagliato secondo regole ancestrali della Lapponia – i tronchi sono
tagliati quando hanno già terminato il loro ciclo vitale – utilizzato in abbinamento alla pietra
locale. Undici suite e un’area wellness che comprende la “kelosauna”, sauna finlandese,
più alta del mondo.

Le proposte gourmet sono un altro must in montagna: in Alta Badia i rifugi si sono
organizzati in un vero Skisafari gastronomico, a cui partecipa regolarmente lo chef Norbert
Niederkofler
del St. Hubertus di San Cassiano, fresco conquistatore della terza stella Michelin.

Niederkofler, Carlo Cracco e altre celebrità dei fornelli sono ormai di casa a Bardonecchia,
allo Chesal 1805, al Melezet, mentre il Super G di Courmayeur propone un fish bar sulle piste,
con in menu aragoste e ostriche in collaborazione con la Langosteria di Milano.

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