A sciare senza l’auto. Da Pila a Chamois, da Merano 2000 ai Lussari: I borghi car free dove si arriva in funivia

Si parte per i monti, per lasciarsi tutto dietro. Anche l’auto. Un fine settimana, sci ai piedi e macchina nel box, ha tutto un altro sapore. Anche a questo servono gli impianti di risalita che, sempre di più, evolvono e si sviluppano come vera alternativa green al trasporto anche pubblico. “In alcuni luoghi, poi, sono l’unica possibilità per spostarsi e consentono un bel mix
per visitare i monti e le piste in quota e approfondire, invece, a valle la visita dei paesi o delle città da cui parte l’impianto”, spiegano da ANEF. Aosta, col suo “attico” a vista e le piste di Pila; Buisson che conduce all’incanto di Chamois. Ed ancora Merano, Merano 2000 e i Monti Lussari che dominano Tarvisio. Sono i borghi car free delle Alpi dove l’inverno è la stagione giusta per muoversi in modo dolce, sostenibile. A partire dall’auto che resta al parcheggio, giù, nella stazione di valle. A monte, solo gioia e silenzio, neve e natura. Mentre chi non vuole sciare se ne resta giù in città, senza mugugni o piedi freddi in attesa del resto della famiglia.

Il CIELO FRA AOSTA E PILA
Aosta è una piccola Roma formato montagna. Lo splendore delle sue vestigia archeologiche sopra e sottoterra, insieme al suo cuore medievale di viuzze, collegiate e piazze, sono una meraviglia perfetta per tutte le ore da dedicare all’après ski. Quando, però, la voglia di neve sale, non serve nemmeno l’auto, ma bastano 18 minuti in ovovia. Ecco Pila, il più panoramico balcone sulle Alpi della Val D’Aosta. La località del comune di Gressan, col suo nome in patois, è già sinonimo di energia e ricarica. Ai 1800 metri di quota della conca, le batterie sono a mille. Lo si capisce dando i numeri: 70 km di piste che sfiorano il cielo fino a 2700 metri. Sci, snowboard, freestyle, telemark: questa è la neve per tutti, dai principianti che muovono i primi passi nella zona di Gorraz e Grimod, ai più esperti che cercano fra Chamolé, Couis e Grevon il loro regno di curve ed emozione. Sotto gli sci il manto delle piste è sempre ben preparato o appositamente lasciato “rough” per gli amanti di gobbe e powder. Intorno i doni di una natura generosa: solo da Pila, con lo sguardo, si possono abbracciare tutti i 4mila della vallèe, dal Monte Bianco al Grand Combin, dal Cervino al Monte Rosa, fino al Gran Paradiso che spunta alle spalle, senza scordare Grivola, Emilius e Rutor, cime leggendarie che sfiorano la fatidica quota dei giganti alpini. www.pila.it

Il FIL ROUGE DI BUISSON – CHAMOIS
Appena vedi spuntare la Gran Becca è ora di parcheggiare. Buisson e Chamois hanno imboccato presto la scelta green. Era il 1955 quando questi borghi valdostani decisero di collegarsi solo con una funivia. La presenza di un impianto – e dal 2001 anche di una piccola teleferica per gli oggetti più grandi – ha connotato le scelte urbanistiche del luogo per oltre mezzo secolo. Nessuno è pentito: sono rimaste inalterate le piccole strade in pietra che corrono tra le case ristrutturate, conservando immutato il fascino del territorio. La chiesetta accoglie i visitatori all’arrivo della funivia e, in compenso, il piccolo borgo si è dotato di un altiporto che, dal 1967 nella frazione di Suis, è il primo in Italia ed accoglie parapendio, alianti, deltaplani e anche elicotteri per soccorso. Benvenuti a Chamois, paese senza auto, ma con un cuore montano che è il vero motore di un’economia boutique. Pochi locali, pochi hotel, fra cui un rifugio sulle piste. Quassù, la funivia funziona fino a tarda sera, capodanno compreso. Chi arriva per sciare o fare scialpinismo trova tutto ciò che occorre intorno al bel lago di Lod. Per lo sci alpino sono circa 17 i km di piste dai 1.800 ai 2.500 metri, adatte a ogni sciatore e snowboarder, sempre in ottime condizioni, grazie anche all’innevamento programmato. Le piste più semplici sono servite da due tapis roulants, ideali per affrontare i primi passi con gli sci, e da tre seggiovie che offrono a tutti l’opportunità di salire senza fatica per concentrarsi solo sulla discesa. Per gli amanti di pelle di foca e ciaspolate molti gli itinerari, da raggiungere prima grazie ad un passaggio con gli impianti. Si va dal più semplice che conduce a La Magdeleine, fino ai più impegnativi per raggiungere in quota il santuario della Clavalité, il col di Nana, punta Fontanafredda, Falinere o becca di Trecare e svalicare verso Cheneil con vista su Valtournanche. www.funiviachamois.it

MERANO, 2000 EMOZIONI
Non poteva esserci solo neve in un paese amato anche dalla principessa Sissi, alias Elisabetta di Baviera, imperatrice d’Austria, e Rudolf Stingel. Lei è la principessa più bella e sportiva della storia e, proprio a Merano, amava villeggiare per il clima mite e la vegetazione lussureggiante. Lui è uno dei meranesi più noti nel mondo dell’arte contemporanea e concettuale. Ha esposto a Venezia, Chicago e New York, ma il suo cuore è profondamente immerso nella “Meraner land”. Aggiungi che qui si produce uno degli orgogli italiani in campo di birra, come la Forst
ed ecco che tutto qui è da primi della classe. Neve compresa: Merano 2000 (www.merano2000.com) è un comprensorio ideale per tutta la famiglia dove, oltre alla discesa, su 40 km di piste, si possono praticare, su altri 25 km di percorsi, il fondo, scendere in slittino (artificiale), ciaspolare, o scorrazzare in un fornitissimo snowpark. Nei dintorni, poi non c’è che l’imbarazzo della scelta perché Merano ha anche altre località “pret à porter”. Si può scegliere il ghiacciaio della val Senales a quota 3212 (www.valsenales.com). Fascino d’altri tempi invece a Monte
San Vigilio (www.vigilio.com) oppure le atmosfere “pop” di Plan (www.pfelders.info), entrambi borghi car free. Sulle orme dei campioni come Dominik Paris, ecco Schwemmalm, l’alpe della val d’Ultimo (www.schwemmalm.com) con ampie discese di difficoltà intermedia.

IL TARVISIO DEI MONTI LUSSARI
Con Italia, Austria e Slovenia, è l’Italia dei tre confini e… di nessuna auto. I Monti Lussari si raggiungono da Camporosso di Tarvisio con gli impianti. La, dove un tempo leggenda narra che un pastorello avesse trovato le sue pecore inginocchiate accanto ad un piccolo pino mugo, oggi si scatta con slalom e serpentine, curve ed acrobazie anche mondiali. Il comprensorio, infatti, ha spesso ospitato le signore del circo bianco, ma è un gioiello che profuma di poesia con il borgo adagiato sulla cima del monte, dove d’inverno si arriva solo sci ai piedi. Dal 1360, dal gesto di quelle pecorelle tanto devote, quassù c’è sempre stata una chiesetta che poi, fra Cinquecento e Seicento, ha assunto le sembianze che si ammirano ancora oggi. Oggi “I Lussari” sono meta di pellegrinaggio, anche sci ai piedi per poi lanciarsi lungo la bellissima rossa “Di Prampero” – 4 km di sviluppo per quasi mille metri di dislivello – o crogiolarsi al sole del comprensorio più ad oriente del Belpaese che include anche 50 km per lo sci da fondo. www.turismofvg.it

Lucia Galli

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