Un giorno da impiantista: fra neve, monitoraggio e sorrisi tutto il lavoro che c’è dietro all’organizzazione di una località sciistica

MILANO – Dietro al sorriso di chi ti fa accomodare in seggiovia o ti consiglia di scorrere per riempire meglio l’ovovia, c’è molto altro. Ebbene sì, in montagna oltre al piattello c’è di più. E dietro ai frontmen degli impianti, si allunga una vasta schiera di professionisti della montagna che, sotto l’egida di ANEF – Associazione Nazionale Esercenti Funiviari, lavorano, fra polivalenza e specializzazione, anche quando noi non sciamo. Che vigilano, anche quando la neve non è ancora arrivata. Ne sa qualcosa Diego De Battista, giovane imprenditore a capo del neonato gruppo di imprese Funivie Arabba, che fino ai piedi della Marmolada ed attraverso il passo di Campolongo, riunisce 15 impianti con 90 addetti, 15 amministrativi, cui si aggiungono sei rifugi del comprensorio Arabba – Marmolada per un totale di 250 impiegati.

QUATTRO STAGIONI
Estate, inverno, operatività, manutenzione e sicurezza, impianti, uffici ed anche accoglienza: “Le “stagioni” di una società impianti sono più di quattro!”, scherza e annovera De Battista. Lassù, fra Bec de Roces e Porta Vescovo ogni giorno – ed ogni notte – lavorano circa 12 persone come addetti ai mezzi battipista. La squadra di produzione neve, invece, si articola su 10 persone che si occupano dell’intero processo: “Dagli scavi che precedono il collocamento del cannone, alla messa in servizio e poi alla produzione, alla manutenzione e alla gestione dei turni”.

FORMAZIONE

La formazione di questi due team è fondamentale e può essere talvolta esterna, talvolta interna: “Per i “gatti” battipista ci sono corsi offerti dalle aziende da cui si compra il mezzo, ma la nostra tendenza è quella di aggiungere dei corsi ad hoc, in sinergia con il nostro consulente per la sicurezza”, spiega De Battista. “Lo stesso sistema si utilizza per macchinisti, caposervizio ed agenti di stazione”: loro sono gli uomini che siamo abituati a vedere, a valle e a monte di ogni corsa, sia in prima linea sia “in regia”, accanto a monitor e motori dell’impianto. “In Veneto ci sono delle abilitazioni interne, in Alto Adige servono dei patentini – prosegue il Presidente – : il nostro personale segue anche i corsi altoatesini per una visione più completa che punti alla qualità dei contenuti”. “In&out” e trasversalità anche per la sicurezza in pista. Il modello francese – con la scuola di pisteur dedicati – è già utilizzato nelle confinanti Piemonte e Valle d’Aosta, mentre sulle Alpi centrali e sulle Dolomiti si integra con la presenza e la sorveglianza dei gruppi militari e delle forze di pubblica sicurezza.

CUSTOMER CARE
Il settore del customer care e della biglietteria è svolto in collaborazione con Dolomiti Superski mentre la nuova sfida del comprensorio delle Funivie Arabba punta sull’integrazione dei servizi e sull’ospitalità, con la gestione di sei rifugi: “Nessuna competizione con alberghi ed altre realtà della zona – racconta De Battista – : il nostro impegno, che ci porterà al nuovo assetto societario di società benefit in primavera, nasce dall’esigenza, semmai, di implementare ed ammodernare l’offerta alberghiera e di accoglienza di questo segmento delle Dolomiti”. Si tratta di un passo fondamentale per sostenere l’economia della montagna e combatterne lo spopolamento: se sugli impianti il 95% degli addetti è locale, la percentuale si ribalta nel comparto accoglienza. Il gruppo societario ha in previsione di investire più di 30 milioni per il prossimo lustro: un piano di ammodernamento che porterà, fra l’altro, anche alla nuova attesissima seggiovia “Le Pale”, importante hub di snodo per il Sella Ronda in direzione Corvara.

Articolo di Lucia Galli

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