Skyway Monte Bianco pensa green: l’avveniristico impianto di Courmayeur firma il primo bilancio di sostenibilità con l’obiettivo di ridurre emissioni ed impatto ambientale secondo l’agenda 2030. Intanto a valle arrivano colonnine elettriche per bici ed auto ed in quota si ripulisce il Col Flambeau

Pensare green, agire presto. Anche gli impianti di risalita possono – anzi devono – fare molto per l’ambiente. “Non solo perché – spiega Valeria Ghezzi, Presidente di ANEF – sempre più spesso costituiscono una vera alternativa sostenibile all’auto e ai mezzi pubblici tradizionali”. Ma anche perché, proseguono da ANEF, le nuove tecnologie permettono di creare progresso e raggiungere obiettivi, restando eco friendly. Non abbiamo un pianeta B: lo stiamo comprendendo, sperando non sia tardi. Un esempio di questa rinnovata consapevolezza nel Belpaese arriva dalla Valle D’Aosta che, in autunno, è finita sotto i riflettori di una pressione mediatica, anche eccessiva, per la fragilità di uno dei suoi ghiacciai, il Planpincieux. In realtà la vallée monitora da anni i suoi “fiumi di ghiaccio” e convive, da tempo, con i delicati avvicendamenti del suo ecosistema, riservando la massima attenzione ad ogni segnale. Così non poteva che partire dall’impianto più avveniristico, non solo della Val D’Aosta, ma delle alpi tutte, un new deal che si concretizza con un piccolo grande primato.

Skyway sarà la prima funivia made in Italy a dotarsi di un bilancio di sostenibilità. Save the glacier – Skyway Monte Bianco è un report che ripercorre i primi 3 anni di attività dell’impianto a fune e delinea le strategie di sviluppo sostenibile da qui al 2022. L’impianto che fa volare alpinisti, freerider e semplici turisti fino a sfiorare “il punto più basso del cielo”, su ai 3.466 m di punta Helbronner, fa da apripista ad un nuovo modello di sviluppo. L’obiettivo è chiaro: il bilancio intende rispettare il quadro dei Sustainable Development Goal, indicato dalle Nazioni Unite all’interno dell’agenda per lo Sviluppo Sostenibile 2030. Skyway è già nata con un dna rispettoso dell’ambiente: l’impianto prevede, infatti, il recupero dell’energia elettrica prodotta dalle funivie; nelle stazioni motrici viene recuperato il calore prodotto in sala argani e, nelle cucine, il calore latente nelle acque grigie. Ed ancora: le ampie vetrate raccolgono il calore, evitandone la dispersione. Le tre stazioni sono riscaldate con pannelli a pavimento e a parete di tipo radiante, gestiti da pompe di calore elettriche. Nessun combustibile fossile viene bruciato, riducendo così le emissioni di CO2. L’energia che non viene autoprodotta da Skyway viene acquistata da Cva Trading, prelevandola da rete, con garanzia di un prodotto al 100% ricavato da fonti rinnovabili.

Ora però Skyway traccia la road map del futuro: entro il 2022 prevede un aumento dell’8% della raccolta differenziata e del 5% delle forniture green. Parallelamente l’impianto diminuirà del 6% i rifiuti prodotti, del 15% i consumi energetici, del 5% il consumo d’acqua e dell’8% le emissioni dirette del gas serra. “I ghiacciai sono la fotografia più immediata dei cambiamenti climatici”, afferma Federica Bieller, Presidente di Skyway Monte Bianco. “I ghiacciai più alti d’Europa sono quelli del Monte Bianco e le previsioni, se confermate, dicono che saranno tra gli ultimi ad estinguersi.  Per preservarli, però, servono le buone azioni di tutti perché l’ecosistema ambientale è circolare”. Il primo passo di questo percorso si è concretizzato a fine estate quando, grazie a Skyway, il ghiacciaio che, dalla funivia, conduce al colle del Gran Flambeau è stato ripulito.

Questa era ed è una zona assai “antropizzata” per essere un ghiacciaio: tutte le cordate dirette alla normale al Bianco sulla linea di cresta spartiacque con la Francia passano di qui, così come molte escursioni accompagnate anche fra le più semplici, oltrepassano tipicamente la crepaccia terminale per arrivare al Flambeau. D’inverno anche i free rider diretti al Toula e ad altre vie, o magari alle varianti della celeberrima discesa della Vallée Blanche lasciano i loro passi e le loro scie su queste falde che, un tempo, ospitavano anche impianti da sci poi dismessi. Molti sono i segni emersi che testimoniano il passaggio dell’uomo: l’operazione dei tecnici, sostenuta in partnership con Cva Trading e Grivel, storica azienda di materiali per alpinismo e escursionismo, ha visto protagonisti testimonial d’eccezione che hanno raccolto 20 tonnellate di rottami e materiali ferrosi, portati a valle per essere correttamente smaltiti. E non è tutto: nella stazione di valle di Pontal, nel corso dell’estate, è stato installato un punto di ricovero e ricarica per le bici elettriche per promuovere la viabilità green in montagna tramite Etraction E-bike. Entro fine anno, poi, in collaborazione con Cva Trading, verranno installate colonnine di ricarica anche per auto elettriche, al servizio non solo degli utenti della funivia, ma anche di chi passa per il tunnel del Monte Bianco.

In quota, invece, tra gli accorgimenti adottati per coinvolgere i visitatori, c’è una “stellina verde” che contrassegna le opzioni più sostenibili, come i prodotti locali e biologici, i saponi ecologici impiegati nei bagni, i piatti realizzati in materiale compostabile, alcuni prodotti dello shop, nonché la raccolta differenziata e l’utilizzo di borracce al posto di bottigliette monouso. “Le buone prassi che si stanno affermando nel settore degli impianti a fune si traducono in obiettivi ben definiti”, conclude Valeria Ghezzi, “Dobbiamo rendere colonna portante di ogni progetto di mobilità in montagna la valorizzazione della sostenibilità ambientale”.

 

Lucia Galli

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