VALERIA GHEZZI AGLI STATI GENERALI DEL TURISMO 2022

“Non possiamo parlare di impianti a fune senza parlare di montagna, che rappresenta
un terzo del territorio italiano. Il divario tra montagna e pianura sta aumentando ma
gli impianti a fune e la vitalità dei territori in cui operano agiscono in controtendenza,
contribuendo attivamente nella lotta allo spopolamento”.

A ribadire la centralità degli impianti a fune come motore fondamentale del
turismo montano, la presidente di ANEF, Valeria Ghezzi, nel corso degli Stati
Generali del Turismo che si sono tenuti il 28 e il 29 ottobre a Chianciano Terme. Una
Conferenza Programmatica Nazionale promossa dal Ministero del Turismo con
l’obiettivo di arrivare a produrre un piano strategico per il periodo 2023/2027.
Lanciate in questa occasione, le tre direttrici per il futuro sviluppo del settore:
sicurezza, ambiente ed energia.


La sicurezza, reale ma anche percepita, deve essere il prerequisito di ogni azienda
funiviaria. Per essere ottenuta sono necessari ingenti sforzi economici che gli
impiantisti attuano puntualmente. Servono tuttavia interventi normativi, burocratici ed
economici per favorirne il costante miglioramento.
La tutela dell’ambiente che è il valore su cui si deve basare qualsiasi attività turistica
in montagna. Un valore insito nel concetto stesso di impianto a fune dato che gli
azionamenti sono elettrici e l’energia è ricavata quasi sempre da fonte idroelettrica e
quindi rinnovabile. Le società impiantistiche si fanno inoltre carico della gestione,
manutenzione e presidio del territorio montano limitando i rischi di tipo idrogeologico.

Per il futuro, la proposta è quello di avviare uno studio per progetti di mobilità
sostenibile e alternativa nelle aree montane, utilizzando gli impianti per lo
spostamento delle persone tra le valli. Un secondo progetto potrebbe riguardare
anche l’acqua, risorsa strategica ma scarsa, definendo una strategia nazionale per
migliorare l’efficientamento idrico anche attraverso la realizzazione di bacini di
accumulo. Questi già oggi, ove presenti, fungono da riserva idrica per tutte le
esigenze delle comunità locali.


In questo particolare momento in cui la spirale inflazionistica, l’aumento incontrollato
dei costi dell’energia e delle materie prime stanno mettendo a dura prova le imprese,
sono infine essenziali soluzioni strutturali che consentano di contenere e bilanciare i
costi energetici.
Gli impianti a fune, con le 400 società che operano nel settore, danno lavoro a 12.000
persone e generano 1 miliardo di euro di fatturato che arriva a 7 miliardi considerando
l’indotto.
“Siamo la locomotiva di una filiera interdipendente, se si fermano gli impianti si ferma
un’intera comunità e non può succedere. Gli impianti di risalita sono un mezzo di
trasporto che garantisce l’accessibilità alle terre alte, a un mondo che altrimenti
sarebbe irraggiungibile dalla stragrande maggioranza della popolazione” – ha concluso
Valeria Ghezzi.

Autore: Francesco Lovati

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