Al Passo dello Stelvio la nuova neve è già arrivata e, grazie agli storici impianti di questa “università dello sci”, l’estate delle ultime curve al sole incontra l’inverno, fra full immersion di allenamento, la possibilità di sciare con i campioni del circo Bianco e il primo winter party di stagione da mettere in agenda

MILANO – Se cercate l’inverno tutto l’anno, si trova lassù. Il passo dello Stelvio, a 2758 metri di quota, è il tetto d’Italia e “l’università dello sci”, ben oltre i famosi slogan che ne lanciarono l’epopea già negli anni Cinquanta. In questi giorni, come spesso può accadere fra fine estate ed inizio autunno, un anticipo corposo di fiocchi e nevicate ha già imbiancato i suoi due versanti leggendari ed amatissimi da ciclisti e motociclisti. Il ghiacciaio è così tornato a respirare più profondamente, pronto ad offrire, con manto rinnovato, le ultime settimane di sci estivo e le prime di allenamento a chi non voglia arrivare fuori forma all’appuntamento con l’inverno.

A TU PER TU COI CAMPIONI

In questa stagione è scontato incontrare in quota i grandi del Circo Bianco che, progressivamente di ritorno dall’inverno australe di Sud America o Nuova Zelanda, guadagnano le nevi del Passo per rifinire la forma in vista del debutto in coppa del Mondo di fine ottobre. Per questo gli impianti dello Stelvio sono un vero monumento alla tenacia dell’uomo, at large, ma anche dello sciatore, in primis: un viaggio off peaks, lontano dai periodi di vacanza più affollati, soprattutto in questa stagione, permette così, oltre che di poter vedere, all’opera e da vicino, i propri beniamini e i grandi campioni dello sci, di scoprire un ambiente grandioso ed una storia ricca capitoli.

          

IMPIANTI DA RECORD

Due funivie super panoramiche, le vecchie ancore ormai da museo che da qualche anno hanno lasciato posto agli ski lift che accompagnano verso il cielo e il bianco: il versante di Geister, sopra a Trincerone, è adatto alla velocità, ma anche a chi voglia imparare sui rilievi morbidi e le onde del ghiaccio che scivola docile verso valle dove lo sguardo spazio fino al gruppo dell’Ortles Cevedale. Sull’altro pendio di Payer – Cristallo si fa pratica con tecnica e serpentine. A beneficiare dell’allenamento in quota – qui si arriva a respirare fino a 3450 metri – arrivano spesso anche gli amanti dello sci da fondo, mentre freerider e sci alpinisti si lanciano, quando la neve lo permette, per la valle dei Vitelli.

 

PIONIERI ED IMPRENDITORI

Ecco i numeri dello Stelvio che racchiudono però un’idea di sport e benessere molto più articolata e complessa, dove questo connubio è fiorito nel secondo dopo guerra, grazie allo spirito imprenditoriale della famiglia Pirovano. In principio, ad onor del vero e già negli anni Trenta qui si saliva per andare al rifugio del Livrio, avamposto del Cai di Bergamo, il primo a credere in uno sviluppo sportivo e turistico del valico. Poi, nel dopo guerra prima la capanna Nagler, poi la serie degli hotel, fino al Pirovano Quarto, con l’inconfondibile mole dal tetto spiovente, ha portato avanti, insieme ad un altro pugno di tenaci imprenditori ed hotel, questa idea di università dello sci che oggi varrebbe molti master e specializzazioni.

UNIVERSITA’ A CIELO APERTO

Valico più alto d’Italia – fornito perfino del più alto bancomat d’Italia, grazi alla banca Popolare di Sondrio che oggi gestisce uno degli hotel del Passo – lo Stelvio si classifica secondo in Europa, dopo il colle francese de L’Iseran. I suoi record sono tanti. Con Plateau Rosà che, in realtà, sconfina in Svizzera, con il Presena che, però, si “addormenta” in estate, sotto i teli geotessili, questo ghiacciaio è rimasto l’unico presidio tutto italiano per lo sci estivo (ed anche primaverile ed autunnale) ed è quindi, con il suo domaine skiable ad oltre i tremila metri, la località sciistica fra le più alta del Belpaese.

NOTTI ED ALBE MOZZAFIATO

Chi passa la notte in uno degli hotel del Passo, che accarezza già i 2800 metri, sa che cosa significa avere il fiato corto non solo per l’emozione di un’alba sugli sci. La mattina poi ha davvero l’oro in bocca, perché sul ghiacciaio la sveglia suona presto: in piena estate quassù si scia alla mattina, in autunno talvolta anche nel pomeriggio. Per questo, quando lo sci diventa part time si può godere delle altre lusinghe di questo nido d’aquila che piacque, già verso il 1820, a Francesco II D’Asburgo come passaggi ardito e prediletto fra Vienna e Milano. A costruire le sue curve, modellate nella roccia – una ventina di km da Bormio e dalla Valtellina e poco di più da Trafoi e dall’Alto Adige – fu chiamata una vera archistar, si direbbe oggi, quel Carlo Donegani, che aveva già realizzato le curve dello Spluga fra val Chiavenna e Svizzera. Solo tre anni servirono per veder passare le prime diligenze. I cavalli non si fermavano nemmeno d’inverno: proviamo ad immaginare oggi che cosa potesse significare! Solo le guerre interruppero il passaggio, facendo di questo orizzonte uno dei fronti più dolenti, soprattutto durante il primo conflitto mondiale.

SCIARE NELLA STORIA

Spesso si legge, ma si prova anche in prima persona, come lo sci – dalle alpi alle dolomiti – attraversi ed incroci, con le curve liete di oggi, zone che un tempo furono palcoscenico di ben altre imprese. Lo Stelvio non fa eccezione: per questo una gita sugli sci quassù – tanto più quando lo sci non riempie che mezza giornata per via delle temperature estive – lascia il tempo giusto di approfondire la storia del fronte austro ungarico che qui correva sul fil di cresta.

Così l’università dello sci diventa anche un ripasso di storia.

Una delle gite più suggestive permette oggi di raggiungere il villaggio del Filon de Mot che sovrasta la zona sciabile del ghiaccio. Qualcuno è arrivato a paragonarlo al Macchu Picchu peruviano per quota e spettacolarità del sito. Le sue fortificazioni parlano un po’ meno di arte e molto più di dolore e sono state recentemente restaurate: si vedono l’osservatorio, le trincee, i camminamenti, le baracche e perfino il forno. Abbarbicato a quota 2768, raggiungere il villaggio è una bellissima escursione che può completare o sostituire una giornata di sci, magari scegliendo la compagnia di una guida alpina, e verificando sempre le condizioni e la presenza della neve sulla cresta del monte Scorluzzo a 3095 metri.

BENVENUTO AUTUNNO

Per dare il benvenuto all’autunno e per il gran finale di questa stagione dello sci estiva ed al “contrario”, dal 26 al 29 settembre all’hotel Pirovano Quarto, va in scena “Tre di sui Ski”, in collaborazione con lo sci club Rimini per una full immersion nello sci agonistico, mente il Winter party di chiusura, con cui cedere il testimone al generale inverno è in calendario dal 31 ottobre al 3 novembre.

www.pirovano.it

www.passostelvio.eu per controllare, soprattutto in autunno, la viabilità e gli accessi

 

Lucia Galli

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