“Dolomiti senza confini”, 100 km tra ferrate e trincee

Cento anni fa sulle Dolomiti una generazione è stata sacrificata. Si è logorata
lo spirito e i nervi in trincea, prima di dare l’assalto finale, ha scritto lettere ai cari lontani
e ha camminato per giorni con gli stivali distrutti. Tutto questo per i confini: una linea
da difendere. “Dolomiti senza confini” celebra queste montagne come luogo d’incontro
e amicizia, e non più come barriera. E così, tra l’Italia e l’Austria, il Cadore e la Pusteria,
le Tre Cime di Lavaredo e la Val del Gail, prenderà forma un’Alta Via che collegherà
12 percorsi attrezzati di elevato valore alpinistico, a cavallo tra la storia e la geografia,
tra i confini degli uomini e l’universalità della natura.

Un percorso di pace in territori un tempo segnati dalla guerra, che ancora mostrano
tracce e cicatrici, trincee e gallerie. Pusteria, Osttirol e bellunese supereranno barriere
amministrative e nazionali e diventeranno un’unica area transfrontaliera dedicata
all’escursionismo di alta montagna, combinando trekking a lunga distanza e le arrampicate
sulle vie ferrate.

In totale, più di 100 km che al di là della dimensione alpinistica possiedono un valore
storico legato ai luoghi dove si è combattuta la Prima Guerra Mondiale. Nomi che ancora
spesso riecheggiano: l’alta Val Giralba, la Croda dei Toni, il Passo della Sentinella, la Strada
degli Alpini, il Monte Cavallino, il Popera.

L’intera Alta Via si potrà percorrere in 7-10 giorni, fermandosi a riposare in quota, nei rifugi
che si trovano nelle provincie di Belluno e dell’Alto Adige e nel Tirolo orientale: i rifugi Lunelli,
Berti, Carducci, Tre Cime di Lavaredo, Comici, Prati di Croda Rossa, Rudi, Obstanserseehütte,
Porzehütte, Filmoor-Standschützenhütte.

La caratteristica più interessante del tracciato sono le ferrate, 12, che lo costellano,
alcune famose, altre meno, collegate da sentieri panoramici: quelle del Paterno,
della Torre di Toblin, la via ferrata degli Alpini e la Strada degli Alpini, le vie Costoni
e Zandonella, del monte Cavallino e D’Ambros, la Roghel e la Cengia Gabriella, il percorso
a sud della Croda dei Toni e la via del Camoscio.

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